Dalle nuove line guida del National Institute for Clinical Excellence (NICE) aggiornate nel Maggio del 2017 è emerso che la Terapia Cognitivo Comportamentale Migliorata (CBT-E) è il solo trattamento raccomandato per tutti i disturbi dell’alimentazione e per tutte le età.
Cognitivo Comportamentale significa che la teoria analizza principalmente i processi cognitivi e i comportamenti implicati nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione.
Gli aspetti peculiari di questo trattamento sono i seguenti:
Enhanced (Migliorata):
Derivata dalla CBT per la Bulimia Nervosa (il trattamento più empiricamente supportato per i disturbi alimentari), ma è stata ideata per essere più potente.
Transdiagnostica: perché affronta i meccanismi comuni di mantenimento che riflettono la realtà clinica di una psicopatologia condivisa ed evolvente e non la diagnosi del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V), ciò significa che la teoria e la terapia derivata da essa è applicabile con minime modifiche a tutte le categorie diagnostiche dei disturbi dell’alimentazione.
Cucita su misura per il singolo paziente:
Individualizzata per affrontare la psicopatologia che opera nel singolo individuo.
Flessibile: usa strategie e procedure terapeutiche in sequenza per affrontare la psicopatologia specifica del paziente.
La CBT-E prevede che il terapeuta e il paziente lavorino insieme come una squadra per superare il disturbo dell’alimentazione.
Il paziente è incoraggiato a diventare un attivo partecipante nel processo di cura e a vedere il trattamento come una priorità.
La strategia chiave è creare una formulazione individualizzata e condivisa dei principali meccanismi di mantenimento che dovranno essere affrontati dal trattamento.
La CBT-E adotta una varietà di procedure generiche di natura sia cognitiva che comportamentale, ma favorisce la messa in atto di cambiamenti strategici a livello comportamentale al fine di ottenere dei cambiamenti cognitivi. Nelle fasi più avanzate del trattamento, il paziente è aiutato a riconoscere i primi segnali di attivazione dello stato mentale (mind-set) del disturbo dell’alimentazione e a decentrarsi rapidamente da esso per evitare la ricaduta.
CBT-E PER PERSONE NON SOTTOPESO
Con i pazienti che non sono significativamente sottopeso, la CBT-E generalmente prevede un appuntamento iniziale per la valutazione diagnostica seguito da 20 sedute di 50 minuti da svolgersi in 20 settimane. Il trattamento ha quattro fasi:
Nella Fase Uno, che dura quattro settimane, il trattamento prevede due sedute la settimana ed è focalizzato sul raggiungere una comprensione condivisa del disturbo dell’alimentazione del paziente e dei processi che appaiono mantenerlo. In questa fase il paziente è aiutato a regolarizzare e a stabilizzare le sue modalità alimentari e ad affrontare le sue preoccupazioni per il peso.
Nella Fase Due le sedute sono effettuate a cadenza settimanale. In questa fase, che dura una o due sedute, sono rivisti in dettaglio i progressi effettuati nelle prime quattro settimane di terapia e viene progettata la Fase Tre della CBT-E.
Nella Fase Tre, le sedute sono focalizzate sui processi centrali che stanno mantenendo la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione. In generale, questo comporta affrontare le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, la restrizione dietetica cognitiva e calorica, gli eventi e le emozioni che influenzano l’alimentazione. In un sottogruppo di pazienti possono essere affrontati anche alcuni meccanismi di mantenimento aggiuntivi, come il perfezionismo clinico, la bassa autostima nucleare e le difficoltà interpersonali.
Verso la fine della Fase Tre e nella Fase Quattro vengono implementate le procedure per minimizzare il rischio di ricaduta a breve e a lungo termine.